Bruciore oculare, sensazione di avere sabbia o un corpo estraneo negli occhi, affaticamento visivo, fluttuazioni visive, arrossamento oculare, eccessiva lacrimazione o sensazione di avere l’occhio bagnato, difficoltà ad aprire le palpebre al risveglio, prurito al bordo palpebrale, frequente comparsa di calazi o orzaioli.
Se soffri di uno di questi disturbi, molto probabilmente soffri di sindrome dell’occhio secco, una patologia molto frequente nella nostra popolazione.
Il film lacrimale serve a proteggere la superficie dell’occhio e costituisce la prima lente del sistema visivo. Esso è il prodotto della secrezione di diverse ghiandole poste a livello della palpebra e della congiuntiva. In caso di sindrome dell’occhio secco, o la secrezione lacrimale è diminuita o è aumentata la sua evaporazione per fattori ambientali sfavorevoli o, più spesso, una combinazione dei due fattori.
La diagnosi di occhio secco non può prescindere dallo studio accurato dello stato di salute generale: a sostenere la sindrome da occhio secco sono spesso patologie endocrinologiche (disturbi degli ormoni del sesso), dermatologiche (rosacea, acne, dermatite seborroica) o immunologiche (artrite, sindrome di Sjogren); la politerapia (cinque o più pastiglie assunte al giorno) è fortemente associata alla secchezza oculare.
In presenza di secchezza oculare, la visita oculistica deve identificare le anomalie della superficie oculare associate e porvi rimedio, se possibile.
Il trattamento della secchezza oculare consiste nella correzione dei fattori ambientali sfavorevoli, nella correzione dei fattori scatenanti locali (quando possibile) e nell’integrazione con sostituti lacrimali.
Molto spesso, la secchezza è associata a una ridotta funzione delle ghiandole di Meibomio, poste sulla palpebra. In casi selezionati, il trattamento con antibiotici locali o sistemici, l’igiene palpebrale dedicata (impacchi caldi e pulizia delle ciglia) e il trattamento con luce pulsata possono drasticamente migliorare o addirittura risolvere il fastidioso problema della secchezza oculare.
In casi selezionati, si può fare ricorso a farmaci che regolino l’infiammazione (colliri cortisonici a basso dosaggio, ciclosporina) o che apportino fattori nutritivi in concentrazione aumentata (colliri a base di siero autologo).
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